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N° 54
1.
Una clinica privata
sui Monti Adirondacks, nel nord dello Stato di New York, un luogo isolato,
perfetto per pazienti che hanno bisogno di quiete e tranquillità se tutto fosse
davvero come dovrebbe essere.
Quello che ha spinto
Iron Man a venire qui è stata la scoperta che questo è l’ultimo domicilio
conosciuto del dottor Basil Sandhurst, altrimenti noto come il Controllore, un
pericolosissimo supercriminale che è sospettato di aver rapito la dottoressa
Maya Hansen da un centro detentivo speciale dello S.H.I.E.L.D. e di aver
mandato contro la Stark Tower uno psicopatico mutato geneticamente.
Quello che né Iron Man
né i suoi amici né lo S.H.I.E.L.D. sanno è che il Controllore ha rapito la
dottoressa Hansen per obbligarla a realizzare un virus sintetico derivato dai
suoi studi sulle nanotecnologie ed in grado di ridisegnare il genoma umano. Lo
scopo finale del Controllore è strettamente personale: eliminare la menomazione
che lo ha reso paraplegico e lo costringe ad indossare un esoscheletro ed
assorbire le energie altrui per camminare ed agire. Finora tutti gli
esperimenti condotti su cavie umane hanno portato solo alla morte delle stesse
incapaci di sostenere l’energia immessa in loro, ma il Controllore è deciso a
non fermarsi finché non avrà raggiunto il suo obiettivo, non importa quante
persone dovranno morire per riuscirci.
Sempre che Iron Man
non riesca a fermarlo, ovviamente.
Quando il fascio di
luce proveniente dalla piastra pettorale della sua armatura illumina l’alta e
massiccia figura davanti a lui, Iron Man non può trattenersi dall’esclamare:
<<Il
Controllore!>>
-Sei bravo a sottolineare l’ovvio.- replica il suo avversario
sferrandogli un pugno che lo spedisce contro una parete facendogliela sfondare.
Maledizione, pensa l’uomo
nell’armatura di Iron Man, mi sono fatto fregare come un dilettante, Tony non
si sarebbe mai fatto trattare così.
Si rialza e si getta
contro l’avversario a testa bassa ma questi si rivela più veloce di quanto lui
si aspettasse e lo blocca afferrandogli i polsi.
-Non pensavi che sapessi fare questo eh?- gli dice il Controllore
–Forse sono così forte da poterti spezzare i polsi nonostante l’armatura. Sarebbe
interessante scoprirlo non credi?-
Con uno sforzo Iron
Man libera i polsi dalla stretta del suo nemico.
<<Nei
tuoi sogni, bastardo.>> replica.
Il Controllore gli
lancia una scarica del suo potere psionico e Iron Man indietreggia barcollando.
-Forse il mio potere mentale sarebbe capace di friggerti il cervello,
anche se è protetto dalla tua armatura. Sarebbe interessante scoprirlo, ma,
ripensandoci, è più divertente farlo a mani nude.-
Così dicendo, il
Controllore sferra ad Iron Man un pugno che l’occupante dell’armatura riesce a
parare incrociando istintivamente i guanti di ferro nella classica posizione
del pugile
Ok, amico, pensa,
questo è un giochetto che so fare meglio di te.
Il signore e la
signora Rhodes stanno facendo le valigie ormai rassegnati a lasciare le Hawaii
per la grigia routine di New York, quando Jim sente un familiare ronzio
provenire da quella che sembra una delle tante carte di credito nel suo
portafogli, ma che in realtà è una communicard dei Vendicatori.
-Guai?- chiede Rae –Mi sembrava troppo bello per durare. Ogni giorno
che scendevamo in spiaggia mi aspettavo di veder comparire un drago sputafuoco
o qualcosa di simile.-
-È Calabrone da Los Angeles.- risponde Rhodey –Fammi sentire che cosa
vuole.-
Rae sospira: sapeva
cosa faceva quando ha deciso di sposare un supereroe ed è stata lei stessa a
farsi avanti per giunta. Se non altro non le hanno rovinato la luna di miele…
solo il viaggio di ritorno.
La conversazione via
communicard finisce e suo marito le dice:
-Nulla di grave: Calabrone mi ha chiesto se posso portargli una statua
che ha commissionato ad Alicia Masters quando lei era ospite dei Vendicatori[1]
e poiché la Masters è qui a Honolulu, mi ha chiesto se posso ritirarla per
lui.-
-Tutto qui? Devi solo portare un pacco ad un amico? Nessuna missione
mortale contro Kang l’Annientatore?-
-Il Conquistatore, Kang il Conquistatore. Si tratterà solo di fare una
tappa a Los Angeles per qualche ora. Che vuoi che succeda?-
-Sì, come no: tu nella tua bella armatura scintillante, i tuoi amici
Vendicatori… i guai sono assicurati, te lo garantisco.-
-Beh…-
Rae gli butta le
braccia al collo.
-Sai che faremo?-gli dice –Ci fermiamo a Los Angeles e mentre tu te ne
andrai dai Vendicatori Ovest con la tua preziosa statua, io mi farò un giro per
Rodeo Drive a fare shopping selvaggio con la tua carta platino.-
-Una prospettiva che mi fa rabbrividire più dello scontro con un
supercriminale, ma è un buon compromesso.-
-Ottimo… qualche idea su come passare il tempo in attesa del tuo
appuntamento con quella scultrice? Io qualche ideuzza ce l’avrei.-
-Se è quella che ho appena avuto anch’io, direi che è un’ottima idea,-
Meno di dieci secondi
dopo sono sul letto e si stanno spogliando reciprocamente.
2.
C’è indubbiamente
qualcosa di irrazionale nel comportamento del Controllore: un uomo di scienza
che si affida ai pugni invece che all’intelletto. Forse psicanalisti e
psicologi spiegherebbero che l’esser stato paraplegico ha fatto si che ora
Basil Sandhurst dia molta importanza alla forza, alla fisicità e questo può
essere un errore grave per lui.
Il suo attacco non ha
metodo, ma la risposta del suo avversario sì. L’uomo che oggi indossa
l’armatura di Iron Man è Eddie March e prima di essere stato costretto al ritiro
a causa di una lesione cerebrale ha dato la scalata al campionato dei pesi
massimi ed ha vinto decine di incontri per poi andarsene imbattuto. Difficile
coglierlo impreparato quando si tratta di pugni.
Per sua fortuna con il
Controllore non ha bisogno di trattenersi più di tanto mentre la sua armatura
assorbe abbastanza bene i colpi del suo avversario. Era diverso tempo che Eddie
non provava una soddisfazione simile e si butta nella lotta quasi con gioia .
Il Controllore si
accorge di essere in svantaggio e ricorre ad un colpo di energia psionica. Iron
Man barcolla ed il Controllore ne approfitta per incalzarlo colpo su colpo.
-Li senti questi colpi, vero Iron Man?- esclama –Ti farò volentieri a
pezzi. Pagherai per le umiliazioni che mi hai inflitto in passato.-
Se le avessero detto
che sarebbe tornata a Hong Kong da clandestina Suzi Endo avrebbe storto il naso
eppure eccola qui, che entra di nascosto in quello che era il suo luogo di
lavoro quando era un alto dirigente della Stark-Fujikawa.
Hanno cambiato i
codici, ma questo non è un problema per il suo guanto del potere che ora
crepita di energia. La porta cede e lei sa che ha solo pochi minuti per fare
quel che deve fare e comunque nessuna guardia di sicurezza può essere alla sua
altezza.
La donna chiamata
Cybermancer avanza nel salone con fare deciso.
Il viaggio da Honolulu
a Los Angeles è stato relativamente veloce, Quando James Rhodes e Rae Lacoste
arrivano a destinazione quello che fanno per prima cosa è prendere a noleggio
un’auto e puntare dall’aeroporto verso la città .
Hanno percorso poche miglia che Rhodey chiede
di accostare. Prima ancora di fermarsi ha già cominciato a togliersi gli abiti
superflui.
-Ehi…- commenta scherzosamente Rae –Ti sembra il momento di mettere
così in mostra il tuo fisico? Potrebbero venirmi certe idee ma poi ci
arresterebbero tutti e due per atti osceni in luogo pubblico.-
-Ne potrebbe valere la pena.- commenta Rhodey mentre la sua armatura
depolarizzata salta fuori dalla valigetta in cui era contenuta e comincia ad
assemblarsi addosso a lui.
-Suppongo che sia inutile dirti di stare lontano dai guai.- gli dice
Rae.
-Devo solo consegnare una statua, che guai vuoi che corra?- ribatte
lui.
-Come se non sapessi che se non li vai a cercare tu, i guai ti trovano
lo stesso.-
-Sei una donna meravigliosa replica lui e la bacia appassionatamente,
poi si stacca da lei e l’elmetto cala a nascondere il suo volto <<Tornerò
presto. Tu non spendere troppo se ci riesci.>>
Rae
sorride. Lo osserva levarsi in volo e quando è ormai solo un puntino
all’orizzonte , risale in auto e riprende il viaggio.
3.
Eddie
March si è già sentito così in passato, quando un grumo di sangue che aveva nel
cervello, residuo dei suoi giorni da pugile, si era rotto provocandogli
un’emorragia che avrebbe potuto essergli fatale se non fosse stato operato
d’urgenza. Sa che le sensazioni che prova ora sono in gran parte illusorie, ma
non può farci nulla: il senso di disorientamento, il dolore sono fin troppo
reali per lui. Annaspa e cade con un tonfo rovinoso.
Il
risveglio è meno doloroso. È disteso su un tavolo di metallo e quando prova a
muovere braccia e gambe scopre di non poterlo fare.
-Sei legato magneticamente.- gli spiega il
Controllore –Sforzati quanto vuoi ma il campo magnetico che ti tiene attaccato
al tavolo è troppo forte per te.-
Questo
è da vedersi, pensa Iron Man mentre si guarda intorno. Da quel che riesce a
capire è in una specie di laboratorio e c’è una donna che indossa un camice, la
dottoressa Hansen?
-Ho provato a toglierti l’armatura...-
continua il Controllore -… ma finora ha resistito ad ogni tentativo. Devo
ammetterlo: il tuo capo, Tony Stark, ha fatto davvero un buon lavoro.-
Non
immagini nemmeno quanto, pensa Eddie, ma se mi dai abbastanza tempo tè ne
accorgerai amaramente.
<<Bene… immagino
che adesso mi dirai che grandioso piano hai in mente.>>
Un sogghigno appare sulla faccia devastata del Controllore mentre
replica:
-Il tradizionale monologo del cattivo? Ebbene,
perché no? Credo di potermelo permettere dopotutto. Devi sapere che la qui
presente dottoressa Maya Hansen aveva elaborato un progetto per un virus
sintetico in grado di riscrivere il genoma umano…- il Controllore si lancia in
una spiegazione dei suoi piani ed alla fine conclude -… naturalmente resta da
risolvere il problema dell’elevata mortalità, ma posso procurarmi tutte le
cavie umane che mi servono e prima o poi ne verremo a capo.-
Schifoso
bastardo, pensa Eddie.
<<E il personale e
gli altri pazienti di questa clinica? Che ne hai fatto?>> chiede.
-Oh, quelli… stanno tutti bene. Naturalmente
sono in stato catatonico con un disco assorbitore sulla fronte. Sono la mia
personale batteria, mi danno la forza che mi è servita per batterti. Non farei
mai loro del male.-
<<Grazie… era tutto
quello che mi serviva sapere.>>
D’un
colpo, quasi senza sforzo, Iron Man si solleva dal tavolo.
-Cosa?- esclama un sorpreso Controllore.
<<Sorpresa,
sorpresa!>> Eddie ridacchia sotto
l’elmo <<Stark
ha dotato quest’armatura di un invertitore di polarità magnetica, non te
l’aspettavi eh? Potevo liberarmi in qualunque momento, ma volevo registrare la
tua follia per i posteri.>>
-Tu… tu… dannato…-
Il
Controllore spara un colpo psionico, ma stavolta, dopo aver barcollato un
istante, Iron Man non vacilla.
<<Non avrai creduto
che il tuo trucco potesse funzionare due volte, non è vero? Quest’armatura ha
meravigliosi poteri di adattamento. Ce la dobbiamo vedere a mani nude e la cosa
mi fa immensamente piacere.>>
Avete
mai visto il film “Pretty Woman”? Se la risposta è sì, provate ad immaginare la
scena in cui Julia Roberts passa di negozio in negozio e sostituite l’avvenente
Julia con la non meno avvenente Rae Lacoste ed avrete la giusta idea su come la
neo signora Rhodes abbia passato la sua giornata… almeno finché non le capita
di passare davanti ad un televisore che sta trasmettendo il notiziario.
<<… un Hulk rosso che sta devastando un
centro commerciale a Santa Ana, in piena Orange County. Sono intervenuti i
Vendicatori Ovest… o almeno alcuni di loro. È stato avvistato anche il
misterioso avventuriero in armatura noto come War Machine, ma non è ancora
chiaro se sia lì come alleato dei Vendicatori o di questa versione di
Hulk.>>[2]
Oh…
Jim, pensa Rae, lo sapevo che la tua visita ai Vendicatori ti avrebbe portato
guai. Cerca di restare vivo, mi raccomando.
Taipei
è la capitale della Repubblica di Cina, altrimenti nota come Taiwan, dal nome
della sua isola principale, uno stato riconosciuto solo da 23 stati membri delle
Nazioni Unite, ma che in realtà ha rapporti con quasi tutti loro. La Repubblica
Popolare Cinese afferma la sua sovranità sui questi territori ma finora non ha
fatto alcun passo militare per renderla effettiva.
Questo
importa poco alla giovane donna che si fa chiamare Madama Macabra, figlia
adottiva del Mandarino: nel nuovo ordine mondiale previsto da suo padre non ci
sarà più alcuna differenza tra gli stati asiatici riuniti sotto il suo dominio.
Il suo compito qui nell’isola affretterà quel momento e lei non fallirà.
4.
Il Controllore si scaglia
contro Iron Man urlando:
-Non ho bisogno di nient’altro che le mie mani
per distruggerti. Ho il potere di centinaia di persone. Ti schiaccerò come se
fossi una lattina di birra.-
Che
razza di paragone idiota, pensa Eddie March mentre evita il primo pugno
vibratogli dal suo avversario e sferra al Controllore un uppercut che avrebbe
steso un toro infuriato… ma non il suo nemico che ritorna subito all’attacco.
Avrebbe
davvero voluto finirla a mani nude, ma Eddie non è uno stupido: sa bene che
deve fermare quel pazzo a qualunque costo. Spara due colpi gemelli di repulsori
che prendono il Controllore in piena faccia facendolo urlare.
<<Forse non sono
abbastanza sportivo…>> gli dice
<<…ma in fondo neanche tu lo sei.>>
Maya
Hansen osserva lo scontro. Non è certa che Iron Man possa vincere con il
Controllore, ma lei ha un’occasione d’oro e deve coglierla: s’impadronisce
delle provette con i campioni di extremis e nel frattempo cancella dal computer
ogni traccia dei file coi risultati della sua sperimentazione. Non deve
rimanere nulla, nemmeno i file di backup. Solo quando le uniche informazioni
rimaste su extremis saranno quelle nella sua testa potrà dirsi soddisfatta.
Maya
si sposta verso la porta di uscita, ma in quel momento il Controllore alza la
testa e la vede.
-Dove credi di andare?- le urla e le spara una
scarica psionica che la fa urlare di dolore e mentre la nebbia le avvolge la
mente, sente la voce elettronicamente alterata di Iron Man esclamare:
<<No!>>
Poi sente solo il rumore del suo corpo che piomba a terra.
Molto
lontano da lì, a Orange County, California, un altro uomo in armatura sta
combattendo per la sua vita sotto gli occhi preoccupati di She Hulk.
Senza
pensarci troppo War Machine ha convogliato l'energia della
sua armatura dai sistemi offensivi ai razzi negli stivali per poi planare in
picchiata sul misterioso Hulk Rosso, afferrarlo e trascinarlo subito in alto.
Sempre più in alto finché per gli
osservatori non è altro che poco più di un puntino metallico che scompare in
mezzo alle nuvole.
Quanto tempo passa? Nemmeno lui
saprebbe dirlo. In seguito ricorderà solo la sensazione di estremo calore,
troppo per sopportarlo e perfino perché i sistemi dell’armatura riescano a
trasformarlo in energia che la ricarichi.
È così che si è sentito Carl Walker
quando gli è esploso un missile nucleare in faccia? Si chiede[3]
Lascia la presa sul suo avversario
ed è appena cosciente di star cadendo sempre più veloce. L’armatura è ormai
incandescente e solo il sistema di raffreddamento interno impedisce che lui
arda come una torcia.
Come una palla di fuoco piomba
nell’oceano sollevando una nuvola di vapore. Con uno sforzo sovrumano War
Machine riesce ad tornare a galla. L’armatura ormai è completamente spenta, è
solo un peso morto e presto lo trascinerà a fondo, ma lui non ha più la forza
di lottare. Bel modo di andarsene, pensa.
Qualcosa lo afferra per un braccio.
No, non qualcosa, qualcuno, precisamente She Hulk, che ora lo trascina a riva
incurante del metallo ancora caldo.
Gli toglie l’elmetto, una cosa che
non le sarebbe riuscita se l’armatura fosse stata pienamente funzionante ed una
volta tanto è una fortuna o sarebbe morto una volta finita la scorta di
ossigeno.
La sente mormorare:
-Forza,
Rhodes, devi farcela. Sei un uomo sposato adesso... non puoi più pensare solo a
te stesso. Non Farmi questo, ti prego! Hai qualcuno che ti aspetta a casa...
devi farcela per lei, Rhodes!-
Rae… giusto… non può permettersi di
morire a pochi giorni dalle nozze. Rae lo ucciderebbe. Quell’idea così ridicola
gli strappa una risata… ma quel che viene fuori dalla sua gola è solo una serie
di furiosi colpi di tosse. Beh…. Se non altro sta respirando.
-Stai bene,
Jim?- nella voce di She-Hulk un sincero tono di preoccupazione. Rhodey non
risponde subito, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri.
-È…
diventato incandescente. Non potevo sostenere tutto quel calore. Brucia a contatto... ha il potere di
bruciare... è come Molten.-
-Allora non
è Bruce.- osserva Jennifer Walters -Nessun Hulk ha mai avuto qualcosa di
simile.-
Che
sia o meno Banner, va fermato, pensa Rhodey, mi basta solo il tempo che
l’armatura riprenda a funzionare a pieno regime.
Un
ringhio alle sue spalle lo informa che forse non avrà quel tempo.
5.
Malibu,
Contea di Los Angeles, casa sulla scogliera di Tony Stark. Rae Lacoste si è
rifugiata qui dopo aver seguito in diretta le prime fasi dello scontro tra i
Vendicatori e l’Hulk Rosso ed ha atteso. Finalmente una familiare figura in
armatura color nero ed argento entra una porta segreta.
<<Ciao Rae.>>
le
dice.
Lei
reprime l’impulso di abbracciarlo ed invece gli replica con un sogghigno:
-E così
doveva essere una cosa semplice, solo la consegna di una statua non è vero?-
L’armatura
si depolarizza ed in breve rimane solo un seminudo Jim Rhodes.
-Beh… sai come vanno queste cose…- risponde -…
non potevo lasciare degli amici in difficoltà.-
-Lo so brutto testone, è anche per questo che
ti amo.-
Si
baciano a lungo e quando finalmente le loro labbra si staccano, Rhodey le dice:
-Stasera i Vendicatori faranno un barbecue
nella loro tenuta per festeggiare il loro nuovo inizio. A dire il vero,
gliel’ho suggerito io.[4]
Ti va di venirci con me?-
-E la tua identità segreta?- ribatte Rae
sorridendo.
-Oh… lì la conoscono tutti ed io non sono mai
stato un fanatico di queste cose.-
-Dì la verità: vuoi solo sfoggiare la tua
moglie dei quartieri alti ed il fisico da modella.-
-Hai capito tutto, come sempre.-
-E quanto tempo ci resta per prepararci?-
-Abbastanza, perché?-
-Perché Tony ha una Jacuzzi da favola in
questa casa ed è da tanto che non la uso.
-Già… dimenticavo che sei stata spesso in
questa casa quando frequentavi Tony.-
-Non era una vera relazione. Ci siamo
divertiti insieme qualche volta tutto qui. Nulla a che vedere con quel che
c’era e c’è tra noi. Non dirmi che ne sei geloso… io non lo sono delle tue ex.-
-E quando ne avresti conosciuta una?- ribatte
Rhodey mordendosi la lingua subito dopo.
-Quella Glenda, la moglie del tuo amico
Parnell… da come vi guardavate si capiva benissimo che c’era stato qualcosa tra
voi in passato.-
-Sei troppo intelligente per me.-
-Gentile da parte tu ammetterlo. Su diamoci
una mossa: la Jacuzzi ci aspetta e poi io ho davvero un vestito da urlo appena
comprato da sfoggiare con i tuoi amici.-
Rhodey
risponde con una risata. Non sa pensare ad una conclusione migliore per questa
giornata.
Iron
Man dimentica il Controllore e corre verso Maya Hansen chinandosi su di lei e
scuotendola:
<<Dottoressa
Hansen… mi risponda.>>
Maya
emette un gemito e prova a muovere la testa.
<<Come si
sente?>>
-La testa…- balbetta la donna –Mi gira.-
Iron Man l’aiuta a
rimettersi in piedi ma non si accorge che il Controllore si sta preparando ad
colpire . Intorno alla sua testa l’energia psionica si è fatta quasi tangibile.
Stavolta friggerà il cervello di quel buffone in armatura ne è sicuro
Cosa spinga Maya
Hansen ad agire come agisce forse non saprebbe spiegarlo nemmeno lei, ma fatto
sta che con le poche forze che ha si butta davanti a Iron Man e prende in pieno
il colpo a lui destinato cadendo, quindi, tra le braccia del guerriero in
armatura.
<<No!>>
urla Eddie
Non c’è sangue
naturalmente ma il colpo è stato comunque devastante per la donna. Se fosse un
medico forse Eddie capirebbe che Maya ha subito un’emorragia cerebrale. Tenta
di dire qualcosa ma dalle sue labbra escono solo suoni sconnessi. Eddie non
saprà mai che voleva dire: “Meglio così…senza di me non ci sarà mai più nessun
extremis”.
Iron Man non ha
bisogno delle analisi dell’armatura per capire che è morta.
-Non volevo ucciderla.- esclama il Controllore –Perché si è messa in
mezzo?-
Se avesse il tempo e
la voglia di riflettere, Eddie March si chiederebbe se in Maya Hansen non ci
fosse un desiderio inconscio di morire per espiare i suoi peccati, ma in questo
momento certi pensieri sono ben lontani dalla sua mente.
Avanza verso il
Controllore e gli afferra la mano destra schiacciando la sua arma poi gli sferra un pugno
mettendoci tutta la rabbia che ha accumulato finora.
<<Adesso
basta.>> esclama <<È
ora di finirla.>>
-E come credi di riuscirci?- replica il Controllore –Sono più forte di
te e lo sai.-
<<Forse…
o forse no… ma non ha importanza.>> dall’interno dell’armatura Eddie March dà un ordine all’intelligenza
artificiale che la governa –Antigone: autorizzazione EM1970. Protocollo A1.
Azionare definitiva.-
Un’onda di energia si
sprigiona dall’armatura ed improvvisamente il Controllore non sente più le
braccia e le gambe e crolla a terra.
-Cosa… mi… hai… fatto?- chiede a fatica.
<<Un
semplice impulso elettromagnetico tarato sui tuoi dischi di controllo per
spegnerli.>> risponde Eddie
<<Mentre combattevamo la mia armatura analizzava le frequenze su cui
operavano i tuoi dischi e quando ha trovato quella giusta l’ha spenta.>>
Eddie non dice che
tutto è stato reso possibile dall’analisi del disco di controllo ritrovato dopo
lo scontro con Mallen e che in assenza di Tony è stato il genio ingegneristico
dello S.H.I.E.L.D. Sidney Levine, detto Gaffer, ad analizzare il dispositivo e
ad individuarne il modo di funzionamento. Meglio non rivelare al Controllore che
non è stata una cosa così facile come lui l’ha descritta e che i dischi
riprenderanno a funzionare entro pochi minuti. Il tempo, comunque di staccarli
dai suoi schiavi presenti nella clinica. Ora che i dischi sono inerti è una
cosa facile da fare.
Lui e Mike hanno avuto
l’idea insieme e poi Eddie si è offerto volontario per metterla in pratica.
Avrebbe dovuto agire prima, però, ed anche se si dice che per calibrare l’EMP[5]
ci voleva comunque tempo, non può liberarsi dalla sensazione che la sua voglia
di farla finita a pugni sia costata a Maya Hansen il prezzo più alto.
Solo ora si accorge
che dalla tasca del camice della Hansen sono cadute delle provette. Il famoso
virus. Forse Tony o lo S.H.I.E.L.D ne vorrebbero un esemplare per studiarlo, ma
lui non è d’accordo: un raggio di calore altamente concentrato le distrugge.
A questo punto Eddie
si volge verso il Controllore. Vederlo così a terra, indifeso, gli fa sbollire
la rabbia e la voglia di massacrarlo di pugni. Non sarebbe gusto adesso e
probabilmente è questo pensiero che lo distingue da uomini come Basil
Sandhurst. Avrebbe potuto fare grandi cose con un talento come il suo, ma si è
fatto sopraffare dalla rabbia e dall’odio.
Quanto a Maya Hansen…
pare che alla fine si sia pentita del male che ha fatto e questa è l’unica cosa
che conta davvero.
Tony Stark è stato
varie volte in Giappone ed in molte occasioni le sue visite sono state legate a
qualche battaglia di Iron Man, quest’ultima non ha fatto eccezione.[6]
Il motivo che lo ha
spinto a trattenersi nella terra del Sol Levante, però, è diverso da quello che
l’ha portato in questa nazione piccola di superficie ma grande in molti altri
sensi.
Entra nella grande
villa appena fuori Tokio e secondo l’uso locale si toglie le scarpe ed accetta
un paio di pantofole da una solerte domestica che l’accompagna fino ad uno
studio che, con sorpresa di Tony, è arredato all’occidentale. All’interno un
uomo anziano con i capelli bianchi lo accoglie con cordialità:
-Benvenuto nella mia umile dimora Starku-San.-
-È un onore per me esservi accolto, Fujikawa-Sama.- risponde Tony
facendo un leggero inchino.
-La prego, si accomodi.- lo invita Kenshiro Fujikawa, C.E.O. della
Stark-Fujikawa –Ora prenderemo insieme del the e poi parleremo di affari…
affari molto seri.-
Tony sospira: a quanto
pare, è destino che anche se lui non cerca i guai, siano i guai a trovarlo.
FINE
NOTE
DELL’AUTORE
Non c’è molto da dire su questo episodio a
dire il vero:
1) Le sequenze con Jim Rhodes e signora esplorano
i retroscena dei fatti narrati in Vendicatori Costa Ovest 26/27 ed in un caso
offrono un diverso punto di vista su quegli eventi. Perché questo? Principalmente
perché mi divertiva, perché negarlo?
2) All’ultimo momento mi sono reso conto che
questo rischiava di essere il primo episodio di questa serie in cui Tony Stark
non sarebbe comparso nemmeno una volta. Quale occasione migliore per farlo
apparire del sostanziale prologo ad eventi che esploderanno nel prossimo
episodio?
3) Una precisazione sul modo con cui Kenshiro
Fujikawa si rivolge a Tony: il Giapponese è una lingua sillabica e pronuncia i
nomi occidentali dividendoli in sillabe che tranne rari casi terminano con una
vocale in genere la “o” o la “u”. Un cognome come Stark diventa inevitabilmente
Sta-ro-ku o Sta-rku.
4) A livello di continuity quest’episodio si
colloca poco dopo gli eventi di Vendicatori MIT #88.
Nel prossimo episodio: Temugin cerca Tony
Stark ma troverà Iron Man… il che, forse, è proprio quello che voleva. Il
Mandarino porta avanti i suoi piani… ma qual è il ruolo dei Signori del
Silenzio in tutto questo? E da che parte sta Silver Samurai? Avete un solo modo
di scoprirlo. Vi attendo.
Carlo